Patrizio Ligabue
"Vedo e sento suonare a Ferrara, per strada, uno strano tubo di legno cavo chiamato "Didjeridoo" e mi stupisco del suo suono ipnotico, ripetitivo, quasi elettronico. E tutto questo, con il solo vibrare delle labbra. Acquisto immediatamente sul posto, uno strumento economico in bamboo, con la speranza di poterlo anche io, farlo suonare, ma con la quasi certezza che sarebbe diventato un altro soprammobile di casa. Invece, dopo due o tre giorni di prove, riesco finalmente ad "accenderlo" facendolo vibrare. Da quel momento è stato un continuo crescendo. Apprendo velocemente la tecnica del "respiro circolare" in modo da poter suonare in maniera continua lo strumento e mi perfeziono sulle varie possibilità di variazioni sonore che il Didjeridoo produce.
Suonare il Didjeridoo significa suonare uno dei più antichi strumenti musicali che l'umanità conosca, significa andare all'essenza del suono, ai "suoni primordiali", significa riuscire a percepire a produrre e a controllare questi suoni essenziali. Questi suoni essenziali, altro non sono che gli armonici del suono fondamentale di base. Partecipo a numerosi workshop di studio tenuti dai più virtuosi artisti italiani dello strumento: Papi Moreno, Andrea Ferroni, Walter Mandelli, Fabio Gagliardi e Gianni Placido. "