Moreno Papi
"Ciao a tutti, ho imparato a suonare il didjeridu nell'inverno '94/'95 da solo, a Torino, con una forte sensazione di solitudine e di isolamento per l'impossibilità di reperire informazioni o persone che mi indicassero come fare. Successe dopo avere assistito a una rappresentazione di un gruppo aborigeno dove il didjeridu accompagnava canti e danze tradizionali. Rapito dal suono dello strumento mi avvicinai al palco e rimasi per tutta la durata della rappresentazione a osservare la tecnica che il suonatore utilizzava. Non potevo immaginare cosa stesse succedendo: si stava instaurando in me l'embrione del mio nuovo vivere. Da quel momento il lavoro di pubblicitario, la mia agenzia, le consulenze presero via via la forma di un ricordo che sbiadisce col tempo. Tutto è avvenuto grazie a una guida interiore che mi ha condotto in questo fantastico mondo. Per me suonare il didjeridu non significa solo emettere dei suoni entro schemi ritmici, ma entrare in contatto anche con quegli aspetti miei più profondi che soltanto in momenti di particolare intensità riesco a raggiungere. Con il didje vado nei miei spazi interiori e attingo in modo intuitivo dall'infinita creatività che vi dimora."