Introduzione
Il suono base Modulazione del suono e armonici Vocalizzi La lingua La tromba La respirazione circolare I ritmi Conclusione INTRODUZIONE Questo breve corso non ha la pretesa di insegnare come suonare il didgeridoo a tutti indistintamente, visto che ogni persona ha un suo approccio personale che determina metodi e tempi d'insegnamento; vuole essere un aiuto per muovere i primi passi e capire come procedere nell'apprendimento. Io credo che non esistono "insegnanti di didgeridoo", esistono persone che lo suonano da più tempo di noi e possono aiutarci ad imparare più velocemente grazie alla loro esperienza e ai loro consigli. Il didgeridoo per molti clan aborigeni è uno strumento tradizionalmente sacro, è importante quindi trattarlo sempre con rispetto. E' altresi importante all'inizio avere uno strumento facilmente suonabile. Per questo solitamente è preferibile come nota un MI o un FA e un'imboccatura con 3-4 cm di diametro. E' preferibile stare seduti per terra in una posizione che obblighi il busto a restare dritto (gli aborigeni ne adottano di differenti), ma cercate soprattutto di essere comodi. La posizione della bocca sul didgeridoo può essere sia frontale sia leggermente di sbieco. IL SUONO BASE Il didgeridoo viene catalogato come aerofono ad ancia labiale in quanto sono le nostre labbra che vibrando producono il suono. Questa vibrazione è data da una pernacchia fatta con le labbra molto rilassate, come se si cercasse di imitare il verso di un cavallo. E' importante che non ci siano fughe d'aria fra la bocca e il didge. Da tenere presente è che non serve molta aria e molta pressione altrimenti il suono tende a sfiatare. MODULAZIONE DEL SUONO E ARMONICI Una volta presa confidenza col suono base si può iniziare a cercare le modulazioni che hanno reso famoso il suono del didgeridoo.
Il suono viene prevalentemente modulato modificando il volume della propria bocca; assumendo la posizione come se pronunciaste la lettera " I " potrete sentire il suono del didgeridoo con una modulazione più alta. Mentre assumendo la posizione della " O " la modulazione sarà più bassa.
Questa tecnica è la base per creare i ritmi più elementari: "I-O-I-O". Queste modulazioni vengono più comunemente chiamate armonici e sono prodotte dalla diversità di volume del digeridoo e della bocca. Tenendo le guance in tensione provate le posizioni della bocca di tutte le vocali (A-E-I-O-U) senza usare le corde vocali.
I VOCALIZZI Gli aborigeni usano molto la voce mentre suonano il didgeridoo per ottenere sonorità particolari o per imitare il verso degli animali. Per imparare provate semplicemente ad emettere un breve ma potente urlo mentre suonate. Chiaramente la vibrazione delle labbra non deve interrompersi, non è così difficile come sembra. Per definire meglio il suono potete aiutarvi usando delle sillabe, per esempio " TUUUUU " lasciando la " U " lunga, oppure " GNA " stoppando il suono sulla " A " Un altro utilizzo interessante dei vocalizzi sono le note basse. Cercate di produrre con la voce una nota uguale a quella del vostro didge e poi abbassate di poco il tono in modo che le due note (quella del didge e quella della voce) essendo di poco diverse vadano in battimento. Si possono fare molti esperimenti su con questa tecnica e soprattutto chi mastica un pò di teoria musicale si divertirà a provare diverse combinazioni di note (per esempio: nota base del didge più la sua terza fatta con la voce). LA LINGUA La lingua interviene in diverse tecniche: dalla respirazione circolare (di cui parleremo più avanti), alla modulazione del suono di cui abbiamo parlato prima. Sperimentate liberamente spostandola in tutte le parti della vostra bocca toccando, rullando e sfiorando. Una variazione sonora molto usata è il "rollamento" della lingua sul palato come se pronunciaste " RRRRR ". Provate anche ad avvicinare la lingua ai denti oppure a fare dei piccoli stop come se pronunciaste la sillaba " TO " in modo secco ma arretrando la lingua sul palato mentre pronunciate la lettera " T ". La lingua viene anche usata in diversi ritmi sfioranado o stoppando il suono. Provate mentre suonate a pronunciare " UITTA " oppure " UITHA" (dove " TH " è il suono della lingua che sfiora i denti anteriori, un suono simile al " the " anglosassone) noterete che la differenza è data dalla lingua che nel primo caso stoppa per un attimo il suono e nel secondo interferisce ma senza stopparlo. L'EFFETTO TROMBA Il didgeridoo, come già detto, si suona come un trombone o una tromba producendo però una vibrazione più "molle" rilassando le labbra. Se tendiamo le labbra e produciamo una pernacchia più "acuta" otterremo un suono tipo tromba o corno. Tradizionalmente questa tecnica è usata da diversi clan aborigeni come chiamata, cioè per segnalare da parte del suonatore un cambio di ritmo o la fine del brano; mentre in altri clan non viene quasi mai usata. Ricordate di emettere l'aria in modo secco e deciso con un colpo di diaframma in modo da ottenere un suono deciso. Un altro modo per produrre questo suono è quello di bloccare con la lingua le labbra creando uno "stop" con effetto tromba. All'inizio sarà complicato eliminare le pause fra la parte in cui si "vibra" normalmente e quella in cui si produce l'effetto tromba, ma piano piano riuscirete ad integrare il tutto al meglio. LA RESPIRAZIONE CIRCOLARE La respirazione circolare richiede, in principio, una grande concentrazione; ma una volta imparata, diventa spontanea ed automatica. Usando la bocca, come fosse una sacca piena d'aria, simile a quella della cornamusa, si soffia con molta pressione, sfruttando guance e lingua, e cercando al tempo stesso di "rapire" brevi respiri attraverso il naso. Ci sono svariati modi per imparare questa tecnica: Riempirsi la bocca d'acqua, e poi, usando guance e lingua, spruzzare fuori l' acqua, prendendo brevi respiri attraverso il naso. La ragione per cui viene usata l' acqua, e perchè se la cavità della bocca non e sigillata correttamente con la lingua quando si prendono brevi respiri attraverso il naso, l' acqua viene deglutita automaticamente. E'necessario perciò per la lingua di mantenere un efficiente ruolo di sigillo, in modo da potersi muovere avanti ed indietro spruzzando l' acqua fuori dalla bocca. Ripetere questo esercizio diverse volte, al fine di ottenere confidenza e scioltezza con i movimenti della lingua e delle guace. Oppure: Si prende una cannuccia per bere, e si attorciglia la parte finale; il motivo per cui viene attorcigliata la parte finale della cannuccia è per creare maggiore pressione come quando si suona il didgeridoo. Mettendo la cannuccia in un bicchiere d' acqua, si inizia a soffiare aria, premendo le guance ed usando al tempo stesso la lingua, per spingere fuori l' aria che rimane nella bocca. Viene usato un bicchiere d'acqua, in modo che si può notare, attraverso le bollicine, quanto è costante il respiro. Può essere usato qualsiasi tipo di bicchiere, anche se un bicchiere alto sarebbe piu adeguato. Per rendere piu chiaro e comprensibile il ruolo ,e soprattutto la posizione della lingua: Riempirsi la bocca d' aria, effettuare brevi e veloci respiri attraverso il naso. Ora bisogna riflettere e chiedersi: "Dov'e la mia lingua?" La risposta ovviamente è che la lingua è appoggiata sul palato. provare a pronunciare qualsiasi parola contenente sillabe dal suono duro, come "ca-co-ch" (per esempio: cane, chiesa, collana); notare che eseguendo questo esercizio la parte superiore della lingua e situata sul palato ed i lati effettuano una chiusura ermetica della cavita della bocca. Ed e proprio così che dovrebbe funzionare, in modo da permettere alla lingua di muoversi in avanti spruzzando fuori dalla bocca aria (o acqua), mentre si prendono brevi respiri attraverso il naso. La figura mostra una sezione trasversale della bocca e della cavità nasale. L'illustrazione raffigura una della posizioni della lingua quando non è richiesta alcuna respirazione circolare. Quando quest'ultima è necessaria, bisogna posizionare la lingua, in modo da permettere che "A" entri in contatto con "B" sul palato, usando i lati della lingua, per sigillare e bloccare la cavità della bocca. A questo punto si muove la lingua in avanti, in modo che "A" si muova verso "C". Premesso che venga sempre mantenuta un efficiente "Chiusura" (della bocca), l'aria nella cavita della bocca, verra poi espulsa sotto pressione, attraverso leggere vibrazioni delle labbra. Nel momento in cui la lingua si muove in avanti per espellere l' aria, bisogna prendere brevi respiri attraverso il naso. (il movimento della lingua nella bocca è paragonabile a quello di un pistone che scorre in un motore). I RITMI Il didge viene usato soprattutto dagli occidentali come strumento percussivo vista la sua propensione per i ritmi, ma ricordiamo che in Australia ci sono stili tradizionali dove viene usato quasi esclusivamente il suono continuo a tappeto. I ritmi possono essere prodotti in diversi modi. Pronunciando sillabe e in generale parlando dentro lo strumento si possono produrre un'infinita di ritmi: "TA-TU-TU TI-TA-TA"..."GHI-GON-GON"..."DID-GE-RIDOO"..."KORRO-KOKORRO". Provate sia utilizzando le corde vocali e sia in versione "muta". Le cose si complicano quando il ritmo diventa più veloce e serrato: "KOP-KO-KOO-KO-KOP" Dove e quando si può prendere aria!? Provate ad emettere il suono della sillaba "KON" (senza voce) e appena finito prendere aria con la respirazione circolare. Vi renderete conto che si può prendere poca aria ma più spesso. "KON (respiro) KI-KON (respiro)" questo è un ritmo che in questo modo può essere suonato molto velocemente. Un altro modo per prendere aria non interrompendo un ritmo è quello di produrre un suono mentre si inspira. Durante la respirazione circolare, l'inspirazione avviene mentre la lingua, le guance e il volume della bocca spingono fuori l'aria dalla bocca. Esasperando questa spinta si otterrà un suono che somiglia ad un "OUN". In questo modo potrete costruire ritmi senza dover frapporre pause per respirare: "KI-KA-OUN". CONCLUSIONE Ricordate sempre che gli aborigeni mandano i ragazzini da soli nel bush per giorni dicendo loro che sarà il didgeridoo ad insegnarli come essere suonato. Nessun maestro è migliore dell'esperienza anche se imparare da soli è un processo chiaramente più lento. Ho imparato cose grazie ai corsi che magari avrei imparato anche da solo, semplicemente ci avrei messo mesi invece di settimane. Quindi sperimentate senza limiti e... Ilario Vannucchi |