I didgeridoo che vedete sopra sono stati realizzati con un pantografo CNC professionale, un acquisto personale, dopo 18 anni di studio e ricerca nell’ambito del didgeridoo, fatto per premiarmi del lavoro svolto e per velocizzare e migliorare le lavorazioni.
Avere sistemi semiautomatici di questo genere è un po’ come creare una pista in discesa per una biglia. Una volta lanciata si può certamente interromperla, ma spesso vorrebbe dire ripartire da capo con la progettazione. Per cui non ho badato troppo alla forma ed ho cercato di porre attenzione a verificare alcuni passaggi.
La finitura è da migliorare, e di certo sarà migliore nei prossimi in cui sperimenterò finiture come la spazzolatura o rusticatura. Da sempre sono contrario a didgeridoo ultra lucidi che devono essere tenuti come reliquie.
Nella prima foto, a sinistra, lo strumento è stato realizzato in frassino, quello a destra, in abete.
Gli anelli neri, in resina, nelle intenzioni sarebbe stato da sostituire con un anello in alluminio anodizzato per conferire maggiore resistenza, tuttavia mi pare che sia decisamente robusto senza, per tanto nei prossimi non ci sarà.
La geometria interna è studiata, come sempre, all’interno del progetto Windproject, con cui da 18 anni compio ricerca acustica nel sound design per didgeridoo
Le FASI DI LAVORAZIONE di un DIDGERIDOO alla CNC:
mi fa piacere condividere con voi una delle varie fatiche fatte ultimamente. Nelle foto sto realizzando un didgeridoo, un prototipo per ora, basato sulla forma LSDIII, la terza versione dei miei didgeridoo conici in Re. Con questa realizzazione volevo testare il ciclo di lavorazione che poi userò per tutti i didgeridoo più lunghi di 180 cm, dato che il piano di lavoro della mia macchina è lungo 185 cm “solamente”.
Tuttavia visto il costo, le dimensioni della macchina e le reali necessità, credo sia più che sufficiente. In foto non si vedono le lavorazioni antecedenti: la tavola da cui si ricavano le due metà ospitano al di sotto di essa dei riporti di legno che ospiteranno la parte più spessa del didgeridoo, la campana. Ciò mi evita spreco di materiale e consumo degli utensili. La tavola viene fissata su un piano martire amovibile fissato con morsetti e spine di riferimento. I riferimenti sono indispensabili per poter spostare il tutto rimanendo legati ai riferimenti della macchina. Se tutto è fatto a dovere, la macchina “non si accorgerà di nulla” e riprenderà a lavorare da dove interrotto con errori prossimi allo zero. In foto vedete quindi ogni fase ripresa in due volte, la parte verso l’operatore, io, la seconda parte, verso la parete:
1 piallatura, necessaria per livellare la tavola e per realizzare un incavo perfettamente centrato all’interno del didgeridoo
2 realizzazione dei fori per le spine utili a centrare i pezzi durante la lavorazione esterna ed anche per l’incollaggio
3 realizzazione dello scavo di una campana e di un’imboccatura lato operatore
4 realizzazione dei fori per le spine e dello scavo lato parete
5 girato il pezzo sul piano sacrificabile amovibile, si procede con sgrossatura e finitura della parte esterna, nuovamente, prima la parte lato operatore, poi lato parete.
Se qualcuno si chiedesse come mai non ho realizzato lo strumento a metà da principio, proporrebbe una domanda lecita ed intelligente. Lo evito per eliminare il minimo errore di allineamento dell’asse del didgeridoo finito.
Se sei arrivato a leggere fin qui, potresti essere interessato a realizzare uno strumento allo stesso modo. In questo caso, sappi che per i soci dell’associazione Arti e Tradizioni c’è la possibilità di seguire corsi di Sound design per didgeridoo, CAD e CAM per poter programmare la macchina in autonomia e realizzare lo strumento in sede da noi, oppure progettare il tuo strumento da solo e poi venire a vedere la sua realizzazione o fartelo spedire a casa. Non male no? Un’occasione unica direi.
Vuoi ancora informazioni? Potresti guardare un video della durata di 45 minuti in cui spiego passo passo ogni fase, dalla progettazione al test sull’intonazione, qui: https://youtu.be/IozSDZtrDpg
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Andrea Ferroni – www.andreaferroni.it