Ciao Andrea, secondo te come si possono calcolare gli andamenti delle frequenze anarmoniche nel didge? In particolare, quando parli di componenti non armoniche ti riferisci alle risonanze provocate da vibrazioni orizzontali del tubo o a cosa?
Achille Zoni
Ciao Achille, la domanda è da trattare in modo tecnico per te… ma dovrò dilungarmi per rispondere a tutti.
Quindi, bisogna spiegare alcuni presupposti.
Nella bibliografia accademica musicale viene spiegato come un suono sia sempre un suono complesso.
Cioè un suono naturale possiede come componenti sia la nota base (quella che si legge su un accordatore cromatico ad esempio o che si percepisce ad orecchio accordando uno strumento) sia delle componenti armoniche che, per definizione sono multiple esatte della fondamentale.
La sommatoria di tutte queste frequenze e della loro intensità, ci fa definire, ad esempio, un timbro opaco (quando gli armonici alti sono di bassa intensità) brillante (viceversa).
Ciò vale per quasi tutti gli strumenti musicali (tutti gli strumenti a corda, tutti gli strumenti a fiato della cultura classica ad esempio).
Per il didgeridoo queste frequenze sono assai raramente multiple della nota base. Praticamente mai negli strumenti tradizionali. Lo sono invece negli strumenti perfettamente cilindrici (è stato più volte detto) ed in quelli perfettamente conici a patto che la parte successiva al bocchino sia modellato a dovere.
In tutti gli altri casi si hanno, data una nota base, componenti anarmoniche, cioè non multiple della fondamentale.
Un tipico esempio di strumenti di simili caratteristiche TIMBRICHE è la campana dato che la parte in vibrazione, in metallo, ha una forma molto complessa.
Da qui il detto “stonato come una campana”. Esso deriva dal fatto che, colpendo una campana, istantaneamente si ascolta chiaramente la nota base (e meno gli armonici), successivamente la nota base si smorza e si possono ascoltare meglio gli armonici (o componenti anarmoniche). Se il salto tra la fondamentale e queste componenti è distante da una corretto intervallo musicale [http://it.wikipedia.org/wiki/Intervallo_(musica)], si avvertirà fortemente la stonatura in modo assolutamente fastidioso. Se gli intervalli fossero più vicini ad una situazione armonica, questa sensazione sarà più “armoniosa” e piacevole.
(in “domani mi sposo” di Silvestri il brano inizia volutamente con una campana incredibilmente stonata per enfatizzare il senso della canzone [http://www.youtube.com/watch?v=8OZ9wgoaN4k ]).
Curiosità: L’Australian Bell è un tipo di campana che, attraverso numerosi studi, si prefigge di avere nota ed armoniche perfettamente intonate.
Analogamente, il didgeridoo, avendo una forma interna d’aria che è altrettanto o ancora più complessa, possiede caratteristiche armoniche/anarmoniche simili.
Più ci si avvicina ad una forma teorica (cono o cilindro) più si avranno risonanze “armoniche”. Più la forma è complessa più sarà difficile valutarne le componenti se non con l’orecchio o con l’uso di un computer tramite FFT (Trasformata discreta di Fourier) ad esempio che permette, se usato correttamente, di analizzare le risonanze armoniche ed anarmoniche del vostro strumento.
Questi punti di risonanza daranno vita a componenti anarmoniche ascoltabili nel timbro. Gli stessi punti di risonanza, eccitati uno ad uno daranno vita ai toot o overblow.
Anche se trattato in questo modo può sembrare che la componente anarmonica sia sempre uno svantaggio, bisogna ricordare che l’imperfezione, se calibrata o scelta a orecchio, può essere il vero valore aggiunto di uno strumento.
Come fare a variare le frequenze degli armonici è davvero impensabile farlo attraverso un breve articolo. Bisogna sicuramente avere una buona dose di esperienza. Ho sempre fatto così.
Ultimamente sto verificando alcune forme e creandone altre con alcuni software. L’ultimo che sto testando:http://www.altairhyperworks.it/(S(r3nvg455zvxt4q55y002ck3k))/campaign/campaign.aspx?hwcampaignid=16&hwcampaignpgid=25
é eccessivamente potente rispetto a ciò che può servire per intonare un didgeridoo, ma in questo caso posso valutare numericamente backpressure ed alcuni comportamenti di pressione ed eventualmente del materiale.
Questo potrebbe essere utile per rispondere alla tua seconda domanda.
Dopo aver dimostrato numerose volte come il materiale sia pressoché ininfluente per una variazione del timbro, non ha grande senso analizzare come il tubo vibri.
Mi spiego meglio: se la colonna d’aria vibra producendo 80db di suono a 5 cm dalla campana, è verosimile che le pareti del didgeridoo vibrino emettendo un suono talmente basso che è difficilmente misurabile.
Dal lato teorico è altrettanto improponibile.
Bisognerebbe calcolare la frequenza propria e componenti anarmoniche della parte solida dello strumento ipotizzando che sia “sospeso” nell’aria, situazione simile ad una bacchetta risonante di una marimba, xilofono, balafon. Successivamente confrontarle con le frequenze proprie della colonna d’aria.
Quindi, le componenti anarmoniche del corpo dello strumento le lascerei perdere almeno per ora.
CONCLUSIONI:
come si possono calcolare gli andamenti delle frequenze anarmoniche nel didge?
• esperienza e tanti tentativi, un minimo di conoscenza teorica per leggere alcuni risultati.
Risposta poco esauriente, lo so. Purtroppo spiegare in dettaglio come intonare gli armonici richiederebbe un breve trattato di organologia.
Dato che sempre più spesso mi viene chiesto di avere strumenti con almeno il primo toot intonato rispetto alla nota base, soprattutto per gli strumenti in vetroresina, preferisco calcolarli apportando alcune piccole modifiche a forme che ho perfezionato con l’esperienza, qui se ne trovano alcuni:
ovviamente bisogna ricordare che un software da dei numeri di risposta che rappresentano esclusivamente le intonazioni ma non la suonabilità o il timbro.
In particolare, quando parli di componenti non armoniche ti riferisci alle risonanze provocate da vibrazioni orizzontali del tubo o a cosa?
• non mi riferisco mai alle componenti sonore del materiale perché queste sono trascurabili.
Potrebbero diventare interessanti nel caso in cui il didgeridoo venga percosso.
Mi riferisco esclusivamente ai modi vibratori della colonna d’aria.
Non avendo risposto esaurientemente spero di aver fornito qualche spunto interessante di riflessione.
Andrea Ferroni – www.andreaferroni.it