I "VELISTI PER CASO" - SYUSY BLADY, PATRIZIO ROVERSI, MARCO "ORSO" SCHIAVINA & C. - HANNO REALIZZATO ALCUNE PUNTATE DELL'OMONIMO FORTUNATISSIMO PROGRAMMA TELEVISIVO IN AUSTRALIA ED HANNO INCONTRATO, TRA GLI ALTRI, I NOSTRI AMICI CESARE STRADAIOLI E ALBERTO FURLAN.
LE NUOVE PUNTATE ANDRANNO IN ONDA SU RAITRE - IN PRIMA SERATA - ENTRO IL PROSSIMO MESE DI GIUGNO.
QUALCHE ANTICIPAZIONE:
PER QUANTO RIGUARDA LA PARTE REALIZZATA DURANTE IL LUNGO CAMMINO ATTRAVERSO IL SOUTH AUSTRALIA IN COMPAGNIA DI CESARE STRADAIOLI E DI TERRY KRIEG, IL LEGGENDARIO GEOLOGO/GUIDA DEL BUSH, VEDRETE L'INCONTRO CON LA COMUNITA' ADNYAMATHANHA E CON "TALC" ALF E LE SUE SCULTURE DI TALCO. E POI REG DODD, L'UOMO CHE NON PARLA MAI CON I BIANCHI, LE LUNGHE NOTTI NEL DESERTO, CON LA CITTA' PIU' VICINA A 300 KM, LE HOMESTEAD PIU' SPERDUTE E UN PERCORSO CHE VI PORTERA' DOVE SONO STATI GIRATI "HOLY SMOKE", "PRISCILLA, LA REGINA DEL DESERTO", "MAD MAX" E "RABBIT PROOF FENCE". E INFINE IL PAINTED DESERT, I BREAKAWAYS E UN VOLO SOPRA IL LAKE EYRE.
"In giro coi Velisti"
di Cesare Stradaioli
I "Velisti per caso" arrivano una sera di fine giugno: il tempo è pessimo già da qualche settimana, e c'è preoccupazione un po' in tutti per le riprese, soprattutto per quelle esterne, dato che sono state predisposte diverse situazioni all'aperto. Ma anche per quelle interne, poiché la luce è sempre un problema, come ripete continuamente Giuseppe, l'operatore. Oltre a lui, che sembra seguire fedelmente Syusy - in realtà quasi sempre la precede e ne detta i movimenti - ci sono Syusy stessa e Marco Schiavina, meglio conosciuto come 'Orso'. Lui, al contrario di Giuseppe, è sempre un po' più avanti, precede sempre gli altri, da instancabile organizzatore qual è. Racconterà poi di occuparsi di numerosissime realtà artistiche nella zona in cui vive e anche fuori.
Appunto per questo, 'Orso' arriva per primo al ritiro dei bagagli, all'aeroporto di Adelaide: Syusy e Giuseppe arrivano dopo, come fanno sempre, stanno girando: Giuseppe non lascia mai la videocamera, e certamente ha cominciato a fare riprese - con o senza Syusy - fin dal momento dell'atterraggio. Infatti, quando compaiono, buoni ultimi, anche loro, è già un happening che coinvolge diversi viaggiatori, che sulle prime guardano con distacco, poi con curiosità ed infine con partecipazione questi due, Syusy soprattutto, che stanno facendo letteralmente scena. Non potevano mancare, fra questi viaggiatori in arrivo (e anche fra quelli in attesa) degli italiani, che subito si fanno coinvolgere.
La sera si conclude a cena nel ristorante dlel'albergo dove alloggiano, in pieno centro ad Adelaide, nel rimettere a posto gli ultimi dettagli dell'indomani, visti e rivisti mille volte via email con 'Orso'.
Il giorno dopo il South Australia pensa bene di accoglierli come meritano, con un bel sole, del tutto inatteso, visti gli ultimi cieli nuvolosi. Una delle prime cose scritte da 'Orso', agli inizi del progetto, era che Syusy fatica a svegliarsi al mattino: se è così, si vede che è davvero brava a nasconderlo, perché proprio non sembra: magari saranno anche tutti già belli svegli da un paio d'ore, quando scendono alle 8 e un quarto dalle stanze, sta di fatto che il tour comincia con i migliori auspici, bel tempo e tutti ben disposti per la giornata. Ci sono otto situazioni diverse da filmare, senza contare gli esterni sui quali Giuseppe lavora da solo: sono i 'contorni', gli stacchi che contestualizzano le scene in cui compare Syusy. "Syusy sta sempre in scena" è un'altra delle cose che ripete 'Orso'. Otto situazioni, gruppi di persone diverse, si finirà a notte inoltrata.
Nell'arco di una sola giornata, si passa dalle danze aborigene all'incontro con la comunità italiana, ai musei della città, alla cena a casa del vice console, con anche il console appena arrivato in South Australia. Ma non basta mai: Giuseppe vuole sempre girare, sempre girare, gli esterni non sono mai sufficienti. E anche a cena, con una mano tiene la posata, con l'altra sempre la videocamera.
Nei giorni successivi lo spirito del programma prende corpo. Syusy può apparire distratta o per i fatti suoi, anche quando le si parla di qualcosa: due ore dopo, però, quando va in scena, si ricorda benissimo di cose le è stato detto. E' attrice al 100%: cambia completamente atteggiamento, perfino fisionomia, quando viene ripresa. Comunque, non solo il filo logico del programma, si capisce con il passare dei giorni. Anche i ruoli si fanno più chiari. Per esempio, 'Orso' è un insonne ed infaticabile uomo d'ordine, e ogni mattina, appena sveglio, si attacca al telefono - se c'è - o ai suoi cellulari, e parla con decine di persone. Di tanto in tanto, quando Syusy e Giuseppe sono in un'altra macchina o stanno sorvolando il Lago Eyre, anche lui riprende degli esterni. Con i "Velisti" anche le occasioni più normali diventano qualcosa si significativo.
Una sera a cena al Prairie Hotel a Parachilna (7 abitanti), qualcuno sente parlare al tavolo e si avvicina, chiede se siamo italiani. E' un ragazzo paraguagio, e 'Orso' gli dice di avere un caro amico suo connazionale, artista da strada, che vive in Italia: in breve, viene fuori che è lo zio del ragazzo. Sembrano cose combinate, invece sono vere. E, come sempre, un attimo prima che la cosa prenda corpo, Giuseppe ha già la camera in mano.
Oppure, al Marree Hotel, i "Velisti" vedono la foto dell'uomo di Marree, una grande figura di uomo che sembra tenere un'arma in mano, lunga circa 4 chilometri: fotografato anni fa da un satellite della NASA, situato a 20 km da Marree, appena la foto compare sui giornali, la cosa fa subito scalpore, come fosse uno scavo fatto da extraterrestri. Come la bufala delle teste di Modigliani, invece, viene fuori che è stato fatto con dei trattori, in circa 6 mesi. Ma chi l'ha fatto? Allora, all'interno del pub del Marree Hotel, sabato sera, strapieno di gente dei dintorni - Marree ha 80 abitanti e i dintorni possono misurare anche 150 chilometri di raggio - Syusy comincia a fare il giro degli avventori, chiedendo loro se sanno chi sia stato a fare l'uomo di Marree: loro capiscono, stanno al gioco da persone estremamente spiritose quali sono, come solo gli australiani dell'Outback sanno essere, e si passano la palla l'un l'altro. Sono compiaciuti di avere una troupe televisiva a casa loro, anche se non hanno la minima idea di cosa sia la RAI e molti di loro neppure sanno esattamente dove stia l'Italia.
Il giorno prima la troupe aveva visitato la comunità aborigena degli Adnyamathanha. Loro hanno una storia da raccontare, bella una volta tanto. Sono due famiglie, nascono nei Flinders Ranges: il capostipite è uno che ha dato il nome a sentieri e percorsi nelle montagne del deserto. Si chiamano Coulthard, i nomi britannici venivano dati agli aborgeni dai missionari e dai funzionari civili, per censirli. Poi, negli anni '70, si trasferiscono in città, a Port Lincoln. E lì, comincia la solita solfa: disoccupazione, alcolismo, prostituzione, emarginazione, il consueto bollettino di guerra delle popolazioni occupate dagli occidentali. Storie vecchie, già sentite. Ma stavolta, qualcosa cambia: decidono di tornare nella loro terra e di ricominciare da capo. Fondano - anzi rifondano - la comunità e la aprono ai visitatori. Ma niente di puramente turistico, molto di divulgativo, di conoscitivo. Ormai gli aborigeni tribali quasi non esistono più, forse nel nord verso Arnhemland, ma loro riescono comunque a realizzare qualcosa che consenta al popolo aborigeno di varsi 'vedere', senza le pagliacciate delle danze fasulle e dei corsi di didjeridoo.
Il giorno successivo, i Velisti incontrano 'Talc' Alf, una specie di Robinson Crusoe del deserto: di nome in realtà fa Cornelius Alferink, di chiara origine olandese, e il soprannome deriva dal fatto che lavora il talco e ne fa sculture. Oltre a questo, è filosofo nonché creatore della bandiera della futura Repubblica Australiana, o almeno come la intende lui: al posto della croce di Sant'Andrea, la bandiera aborigena, giallo rossa e nera e, sotto, le stelle degli stati della federazione. Fa un tè imbevibile, ma è una persona straordinaria e di grande umanità.
Quando si riparte da Marree, le persone spariscono, la densità abitativa si abbassa decisamente, per lasciare spazio alla natura. Quando si è parlato di come avrebbe dovuto essere il programma, 'Orso' era stato piuttosto chiaro: "Cerchiamo facce," aveva detto "esperienze, storie personali, di panorami ne abbiamo scaffali pieni." Lodevolissimo intento, e del resto di facce ne hanno avute e ancora ne avranno: però, attraversando il deserto del South Australia e volando sopra il lago Eyre e il Painted Desert, anche i Velisti - che hanno viaggiato per tutto il mondo - restano senza parole. Quando il piccolo aereo che la porta da Marree a Coober Pedy fa sosta a William Creek, il pub più isolato del mondo, e la 'parcheggia' letteralmente davanti al pub, Syusy scende come dalla scaletta come Wanda Osiris, ma le ci vuole qualche minuto per riacquistare la sua estroversione e mettersi a girare con i locali: i panorami l'hanno davvero colpita.
L'ultima tappa è Coober Pedy, la città degli opali e delle case sotterranee. 3.000 abitanti, 40 etnie diverse, qui i serbi e i croati non si sono curati della tremenda guerra che li ha divisi in Jugoslavia, e ognuno vive in pace con gli altri. Molte le lingue parlate, raramente l'inglese. Qui tutti, prima o dopo, fanno i minatori, e siccome questo è un posto dove nessuno fa domande, è piuttosto agevole pensare che più di qualcuno si è rifugiato qui, in fuga da un passato imbarazzante.
A parte i "Breakaways", dove Syusy scimmiotta 'Priscilla la regina del deserto', dimenticandosi le canzoni degli Abba (tanto che tocca ricordargliene almeno una, accennandone il motivo), di esperienze umane come le volevano loro, ce n'è in abbondanza. Basta che Giuseppe vada in giro con la videocamera in spalla e non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Alla sera, cena di commiato da Jimmy il Greco, che parla in una specie di grammelot greco-italo-anglo-calabrese. Non si capisce bene se sia stata la nonna o la mamma (ogni volta la versione cambia, d'altronde non sarebbe greco...) a imporgli di parlare anche in italiano, in odio all'inglese, sta di fatto che oltre che essere una persona squisita, lui e Selma - la moglie egiziana - hanno un ristorante, greco, ovviamente, dove si mangia e si beve divinamente, fino a tardi.
Il mattino dopo, i Velisti partono in volo per Uluru, poi le Tiwi Islands e Darwin. Sarà difficile, per loro, concentrarsi sulle facce, con la natura che incontreranno.
Il sito dei Velilsti: www.velistipercaso.rai.it
Il sito di Cesare: www.austradaioli.com.au