Un CD autoprodotto attraverso l’associazione culturale Yidaki di cui lo stesso Andrea Ferroni è fondatore, nel quale l’artista, in compagnia del percussionista Riccio, alterna nuovamente brani d’impronta più acustica e dalle sonorità pan-etniche, costituiti fondamentalmente da parti di didjeridoo, talvolta in assolo e talvolta accompagnate dal suono di djembe, piffero peruviano, darbouka, canto, a brani d’impronta ritmica e più
moderna, nei quali lo strumento di origine australiana si sovrappone sostanzialmente a parti ritmiche di batteria pre-programmate.
Pur riconoscendo a Ferroni una indiscutibile capacità tecnica nell’eseguire parti di didjeridoo veloci e complesse che riescono ad inserirsi efficacemente anche in contesti di stampo moderno, continuo senz’altro a preferire e ad attribuire maggior valore artistico a quei brani in cui l’esigenza del “nuovo” appare meno marcata, e cioè ad esempio nell’ ottimo e “incalzante” brano introduttivo di solo didjeridoo “Bees Drone”, nel seguente “Intrigue”, in cui il suono delle pelli del djembe suonato da Riccio si sposa perfettamente con l’esecuzione di Ferroni al didjeridoo, o ancora in “Eea”, altro affascinante brano in cui tornano le percussioni a base di djembe stavolta integrate dal suono di un piffero peruviano e dalla voce.
Molto interessante e molto particolare il risultato ottenuto in “Abstrait”, brano in cui la ricerca di nuove soluzioni va a concretizzarsi in una desueta combinazione di didjgeridoo e didgeribone che restituisce attimi e suoni di particolare suggestione, in una soluzione tecnica e compositiva che meriterebbe di essere in futuro ripresa e ampliata, coniugando così ancora più efficacemente il “vecchio” e il “nuovo”, l’essenza di una matrice “tradizionale” con l’esigenza di rinnovamento e di una ricerca sonora, che è imprescindibile per chiunque faccia musica con impegno e dedizione, e non intenda allinearsi passivamente a standard e “modelli” musicali preconfezionati e stereotipati.
Tra i brani d’impronta ritmica più moderna che, per quanto distanti dalle mie ordinarie abitudini d’ascolto e da quanto solitamente recensito su “Oltre il Suono”, tra i più riusciti, menzionerei il conclusivo “Electropipe”, un brano in stile drum’n bass costituito da una struttura sonora più ricca ed elaborata, la cui soluzione compositiva non risulta, come in altri brani, limitata al solo binomio parte-ritmica-programmata/didjeridoo.
La qualità media del suono appare sicuramente migliorata rispetto ai precedenti lavori di Ferroni, così come probabilmente la sua ormai già “mitica”, in Italia, capacità tecnica nel suonare il didjeridoo…
Giuseppe Verticchio http://www.oltreilsuono.com