Innanzi tutto, bisogna segnalare che questo è un album pop o electro-pop e non un album di didgeridoo, ma è bene evidenziare subito, come il mix sia riuscito alla perfezione.
Un accostamento assolutamente interessante in uno dei primi album in cui si ascolta il didj suonare elettro-pop!
Un disco di pop ballabile con melodie semplici e dirette, a volte sognanti e a volte cupe; ricco di sonorità elettroniche senza mai finire nella classica techno. In questo quadro il didgeridoo si amalgama benissimo, senza esagerare e senza limitarsi, a volte con brevissimi interventi e a volte con fraseggi assolutamente fantastici.
Tra la canzoni che spiccano maggiormente dobbiamo sicuramente citare “Data stream”, il pezzo maggiormente melodico e radiofonico, dove si ascolta poco didgeridoo ma per il resto un bellissimo brano.
“In love I have no faith” sicuramente uno dei miei preferiti, troviamo un altro piccolo gioiello che tra liriche cupe e melodie sognanti riesce a creare una bellissima atmosfera in cui il didgeridoo appare e scompare sintonizzato perfettamente al groove della canzone,
La traccia che preferisco è sicuramente “Suspended from a wall”, molto sognante e rilassata che ricorda le sonorità tipiche di gruppi come gli “Air”. La linea melodica è di una semplicità disarmante; questo è uno dei rari casi in cui il didgeridoo costruisce la melodia attraverso l’uso di un didgeridoo estensibile, il quale risulta semplice rendendo la melodia assolutamente eterea, ma il pezzo non si limita a questo, tra una melodia e l’altra il didg trova spazio per assoli ritmici bellissimi.
Un altro pezzo che merita l’ascolto è “My house” soprattutto per l’utilizzo del didg che diventa un piccolo sintetizzatore, non complesso ma di gran resa.
“Mirror image” è uno di quei brani che esalta l’incredibile tecnica di Ali. La traccia inizia con un duetto tra due didg, che sì “chiamano e rispondono” a vicenda per poi finire in una delle tante melodie accattivanti presenti nel disco, sicuramente uno dei pezzi che piu’ piacerà ai didjplayer maggiormente “intransigenti”; cosi come “Doria donato”, uno dei pochi brani in cui il didgeridoo prende il sopravvento sugli altri strumenti.
“Bulletproof on my tv” ripresenta un didgeridoo versione sintetizzatore in un’ambientazione che all’inizio puo’ ricordare un lavoro dei NIN “denudati” di tutto l’apparato di rumore che si portano dietro, trascinante e bellissimo.
Il resto dell’album prosegue sulla stessa strada a questo punto oramai chiara, tanto didgeridoo, ma soprattutto una gran voglia di sfondare le barriere per portare, “l’albero che canta”, la dove quasi nessuno è riuscito a portarlo, un album che ha tutti i presupposti per essere apprezzato da chiunque al di fuori del ristretto mondo del didgeridoo.
Qualcuno storcerà il naso pensando che si tratti di musica commerciale, ma personalmente credo che sia un gran passo in avanti per tutto il movimento del “tubo ronzante”!
Mobbu