IMBOCCATURA IN CERA…SFATIAMO UN MITO!
Sembra ormai scontato che il punto di appoggio delle labbra sul didjeridoo, comunemente chiamato “imboccatura”, debba essere fatto di cera. Perché?
Facendo una ricerca sul web, saltano subito all’occhio due motivazioni ricorrenti:
La prima sostiene che la cera garantirebbe un appoggio per le labbra, comodo e confortevole;
La seconda invece narra la storia degli aborigeni australiani, che dopo aver tagliato il ramo, ed averlo svuotato dalla termini e dai loro residui, iniziano a lavorarlo ed in seguito applicano uno strato di cera d’api, per renderlo suonabile.
Voglio partire da quest’ultima affermazione, proprio perché è quella che mi fa più sorridere,
non tanto per il significato, quanto per l’uso della parola “aborigeno australiano”.
Questa parola infatti, ogni volta che viene utilizzata nel mondo del didjeridoo, crea una sorta di timore-rispetto, che rende tutto il discorso che le stava intorno, indiscutibile.
Se lo fanno, o lo dicono gli aborigeni, allora è così…sembra di entrare in chiesa e dire: parola di Dio! Non voglio apparire blasfemo con questo esempio, ma l’effetto è lo stesso.
Tornando alla motivazione, viene spontaneo chiedersi quali aborigeni australiani mettono la cera sui propri strumenti, visto che raramente si vede sugli strumenti tradizionali.
Se parliamo di didjeridoo, e vogliamo tirare in ballo gli aborigeni, allora dobbiamo parlare di yidaki, e prendere in considerazione solamente quei pochi clan, che vivono nei territori del nord (in particola re nell’Arnhem land), perché sono solo questi, gli unici custodi della tradizione di questo strumento!
In quelle zone, non esiste nemmeno la cera gialla, che si vede in grandi quantità sulla maggior parte degli strumenti australiani, ma esiste solo un tipo di cera molto scura.
Questa cera, molto morbida ed appiccicosa (gunydju o sugarbag wax), prodotta alle api autoctone, è impiegata normalmente come prodotto adesivo.
Sempre in quelle zone,la cavità di forma conica, è necessaria per ricavare dallo stesso strumento l’imboccatura, cosa impossibile se il foro fosse troppo grande, e in quel caso il ramo verrebbe scartato.
Nel caso invece, si presenti un diametro ideale, ma con qualche irregolarità, questa verrebbe sistemata limando il legno, oppure applicando all’interno del foro, una piccola quantità di quella cera scura.
Questa rigida selezione dei rami termitati, avviene solamente in quei territori.
Nel resto del continente Australiano, dove tra l’altro il didjeridoo non è uno strumento tradizionale, qualsiasi pezzo di legno termitato, se emette un suono è un didjeridoo (se lo costruisce un aborigeno, diventa uno strumento aborigeno), e quindi una potenziale forma di guadagno.
E proprio per far suonare qualsiasi pezzo di legno termitato, e quindi per poterlo poi mettere in commercio, si utilizza l’imboccatura di cera.
Comodità e conforto?
Il legno, da secoli viene utilizzato, oltre che per la sua bellezza e la senzazione di calore, perché è facilmente lavorabile. Un bordo tagliente, può essere ammorbidito semplicemente con della carta vetrata. Un foro può essere regolarizzato, o volutamente ovalizzato con una semplice lima.
Non dimentichiamo poi, che il didjeridoo (normalmente) è in legno, quindi da un punto di vista estetico, stona di più un’imboccatura dello stesso materiale, o di un materiale completamente differente?
Se vogliamo analizzare anche l’aspetto pratico, un imboccatura in legno non si deformerà mai con l’utilizzo, anche intensivo.
Un’imboccatura in cera, che tra l’altro raccoglie polvere e sporcizia, si deforma gradualmente con il calore prodotto dal nostro respiro e dalla pressione della nostra bocca…rendendo più comodo il punto di appoggio delle labbra, ma pure meno corretto, per la loro vibrazione.
Pure il clima non aiuta la cera, rendendola troppo morbida in estate e troppo rigida in inverno, e quindi troppo facilmente danneggiabile durante il trasporto del vostro strumento.
Io ho finito, e voi…avete ancora dei dubbi sul materiale dell’imboccatura del vostro strumento?
P.S.= Naturalmente queste cose si apprendono, quando si inizia a suonare seriamente, e probabilmente si possiede già una discreto numero di strumenti, con delle imboccature scorrette.
Spesso ci si affeziona a quei “primi” strumenti, e si vuole ancora suonarli …magari la back-pressure non è ottimale, ma il suono è molto bello!
Grazie a vari spunti su questo forum, sul web, e soprattutto ad un numero sempre crescente di suonatori insoddisfatti, posso dire di avere maturato una certa esperienza sull’argomento.
Ho deciso quindi di scrivere altri due articoli per spiegare e mostrare, passo dopo passo, aiutandomi con delle immagini, come costruisco le imboccature in legno!
Matteo Bellini – www.platydoos.it